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Immagine del redattoreAnna Coluccia

INFORMATION OVERLOAD: quando sapere troppo sull'alimentazione non aiuta a stare meglio.


Sempre più spesso capita di trovarmi davanti a pazienti presi da un vero e proprio delirio da sovraccarico di informazioni.


Il sovraccarico cognitivo, meglio conosciuto come Information overload, si verifica quando si ricevono troppe informazioni per riuscire a prendere una decisione o sceglierne una specifica sulla quale focalizzare l' attenzione.


Un curriculum infinito di diete fatte e di professionisti consultati. Dottor Google a continua portata di mano. Tutto questo ci mette centinaia di informazioni a disposizione ma, come ha giustamente detto Umberto Eco: “Troppe informazioni, nessuna informazione”.


Mi ritrovo pazienti che hanno più nozioni di nutrizione e nutraceutica di me, che conoscono tutti i tipi di diete e integratori ma che sono in totale stato confusionale e non sanno più come gestire tutte queste, spesso contraddittorie, informazioni.


Il mondo della nutrizione è un mondo complesso in continua evoluzione. Non ci sono regole precise, non è una scienza esatta, quello che si adatta ad un soggetto spesso può non adattarsi ad un altro e quello che va bene oggi per me può non andare bene in un altro momento della vita.


Spesso negli ultimi anni i concetti riguardanti la nutrizione che sono passati sui media sono stati ribaltati e quello che si diceva fare bene è stato improvvisamente trasformato in un potenziale veleno.


L’eccesso di informazioni alla quale siamo sottoposti oggi, spesso contro la nostra stessa volontà, attiva alcuni meccanismi psicologici potenzialmente dannosi per il nostro equilibrio mentale.


La frutta dopo i pasti fa male ma ho sentito che lontano dai pasti impatta sulla glicemia – il risultato che non si mangia più frutta.


Bisogna mangiare pasta integrale – ai miei figli non piace – non si mangia più pasta.


Il pesce va mangiato 3 volte a settimana ma potrebbe contenere mercurio, il pollo gli antibiotici – non so più cosa mangiare


Il vino fa bene perché contiene antiossidanti, il miele abbassa la glicemia, il limone brucia i grassi, il latte fa male e potrei andare avanti ancora e ancora.


Tutto questo genera inutili restrizioni, dannosi eccessi ed estrema confusione.

Non sempre le informazioni sono attendibili e anche in ambito nutrizionale dobbiamo sempre verificare le fonti che spesso sono influenzate e interessate dal marketing e dalla diet industry.


Ben più della metà delle nozioni che ritroviamo in rete sono prive di fondamento e spesso è difficile scindere quali siano corrette da quelle che non lo sono. Non è raro trovare informazioni ragionevoli proprio a fianco di altre totalmente infondate e in questo groviglio la mente si destabilizza e può perdere la direzione.


Mi ritrovo con pazienti totalmente spaventati o confusi dal cibo che non riescono più ad alimentarsi con serenità e in questo marasma il mio compito è quello di rimettere ordine e di aiutare il paziente a rimettere in ordine le sue idee.

E’ possibile però difendersi da tutto questo cercando di avere ben chiaro nella nostra mente:

  • quale è il nostro obiettivo principale – raggiungibile e sostenibile

  • come cercare le informazioni che ci servono per raggiugerlo limitando le fonti, scegliendo quelle di cui ci fidiamo di più ed eliminando di conseguenza tutte le altre

  • se ci stiamo rivolgendo ad un professionista seguire ciò che dice lui con fiducia

  • rispetto al percorso da seguire, avere pazienza, fare un passo alla volta o comunque concentrarsi su un aspetto alla volta: darsi delle priorità può indicare un’ iniziale direzione, un punto da cui partire

  • concentrarsi esclusivamente sul proprio percorso, sui propri obiettivi, senza fare paragoni e guardarsi troppo intorno. Questo ci permetterà di catalizzare le nostre energie senza panico e disorientamento

  • non stare troppo connessi alla rete ma stare molto connessi con il professionista che ci segue


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