Succede a volte che nel mio studio capitino genitori preoccupati del peso del proprio bambino/a e che, indirizzati dal pediatra, mi chiedano di intervenire perché pensano sia necessario un dimagrimento.
Con questo articolo vorrei parlare di dieta e bambini e far passare il concetto che in età evolutiva, in assenza di patologie per cui sia necessaria una specifica dietoterapia, la dieta è la scelta più facile ma la meno efficace e la più controproducente.
Se i bambini non si mettono a dieta e non si fanno dimagrire c’è un perché.
I bambini hanno la fortuna di crescere!
Peso e altezza aumentano nel tempo in maniera più o meno proporzionale e, anche se talvolta può succedere che il peso aumenti più velocemente dell’altezza, comunque i centimetri arriveranno.
La prospettiva che comunque la crescita in altezza arriverà è il nostro asso nella manica.
Infatti, quando succede che in un determinato momento il bambino si trova ad avere un peso più alto rispetto ai percentili corrispondenti all’età, stabilizzando la crescita ponderale, nel tempo si riproporzionerà il suo rapporto con l’altezza.
Parlare di dieta e dimagrimento nei bambini ha quindi poco senso e può essere controproducente se non addirittura rischioso.
Focalizzare troppo l’attenzione sul peso può causare:
– maggior rischio di sviluppare un rapporto disfunzionale con il cibo e conseguentemente anche un DCA
– maggior rischio di sviluppare un rapporto disfunzionale con il proprio corpo
– bassa autostima
– difficoltà a comprendere ed interpretare i bisogni del proprio corpo tra cui i fondamentali segnali di fame e sazietà
Vorrei ricordare che i bambini piccoli hanno un senso innato di autoregolazione per cui mangiano se hanno fame, non mangiano per noia o per consolazione come spesso facciamo noi adulti.
E’ l’ambiente che li circonda che va ad alterare questo senso innato, condizionando le scelte. Ogni volta che diciamo ad un bambino “Mangia tutto se no la mamma ci rimane male” stiamo condizionando la sua autoregolazione. Frasi come “Mangia fino a che non sarai sazio” sono sicuramente più opportune.
Per cui, quale è l’intervento più efficace e necessario qualora ci sia un problema di peso durante l’infanzia?
Sicuramente è l’educazione alimentare che deve necessariamente coinvolgere tutti: genitori, fratelli, sorelle, nonni e chiunque partecipi attivamente all’educazione e alla gestione del bambino.
Questo significa che il professionista non si focalizzerà solo sul bambino ma sulle abitudini alimentari della famiglia e tutti si dovranno necessariamente allineare alle indicazioni fornite al fine di dare un esempio efficace che, nel tempo, verrà assimilato e imitato e che diventerà uno stile di vita scelto con consapevolezza, non un’ imposizione.
L’intervento non si dovrà focalizzare sul peso ma sulle scelte alimentari.
I genitori dovranno essere aiutati a capire che tipo di alimentazione è sana, appropriata, devono capire quali sono le porzioni adatte, comprendere quali pregiudizi sul cibo sono infondati e quali errori vanno corretti.
Bisogna inoltre aiutare i genitori a capire quali sono i giusti atteggiamenti da tenere a tavola, cosa viene trasmesso al bambino nel momento del pasto anche a livello emozionale.
Come in tanti altri aspetti dell’educazione infantile, il bambino può cambiare solo se anche i genitori e la famiglia cambiano.
La dieta è la soluzione più comoda perché richiede meno impegno da parte di tutti. Il nutrizionista mi consegna un piano e faccio in modo che mio figlio lo segua.
L’esempio è più impegnativo perché tutti diventano attori protagonisti.
Il pasto diventerà equilibrato e bilanciato per tutti; la frutta diventerà lo spuntino per tutti; gli alimenti più appetibili, ma non di buona qualità, diventeranno, senza giudizio, una tantum per tutti; il tempo libero sarà un'occasione per tutta la famiglia di fare attività all'aperto insieme.
Solo così l’intervento sarà efficace e soprattutto duraturo nel tempo.